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Motore termico addio, c’è la data: il vero dubbio riguarda le accise I Nessuno vuole perdere un solo cent, di certo non il governo

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Il futuro della mobilità è elettrico, ma il suo successo dipenderà anche da come verranno gestite le questioni economiche e fiscali. Il dibattito è tutt’altro che chiuso

Entro il 2035 diremo addio definitivo ai motori termici in Europa, con l’obiettivo di azzerare le emissioni di CO2 e contrastare il cambiamento climatico. Ma se la data dello stop è certa, il vero dilemma per governi e addetti ai lavori è come colmare il mancato gettito derivante dalle accise sui carburanti tradizionali.

Le tasse sulle ricariche delle auto elettriche rappresentano la soluzione più probabile. Secondo il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, questa mossa potrebbe generare fino a 3,8 miliardi di euro in entrate per le casse dello Stato.

L’idea però non convince tutti. L’aumento dei costi di ricarica potrebbe infatti rallentare la diffusione delle auto elettriche, penalizzando soprattutto le famiglie meno abbienti. Inoltre, c’è il rischio di creare un divario ancora più ampio tra chi può permettersi un’auto elettrica e chi invece è costretto a dipendere dalle auto a benzina o diesel.

Occorre affiancare a questa soluzione una serie di incentivi, come la creazione di una rete capillare di infrastrutture di ricarica, la concessione di sconti fiscali per l’acquisto di veicoli elettrici e il sostegno alla ricerca e sviluppo in questo settore.

Sostegno alla mobilità sostenibile: le alternative

È importante sottolineare che la tassazione delle ricariche non dovrebbe essere l’unica misura adottata per promuovere la mobilità elettrica. La discussione è aperta e complessa. Bisogna lavorare insieme per trovare soluzioni innovative e lungimiranti che permettano di raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione prefissati. Occorre garantire che tutti abbiano accesso a soluzioni di mobilità sostenibili ed economicamente accessibili.

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Allo studio c’è un’aumento della tassazione sui veicoli inquinanti di seconda mano. Questa soluzione avrebbe il vantaggio di scoraggiare l’acquisto di auto usate con motori inquinanti, incentivando al contempo il passaggio a modelli elettrici più nuovi e meno impattanti.
Inoltre si vaglia l’introduzione di un pedaggio progressivo per l’utilizzo di determinate strade; un sistema che, applicato in modo differenziato, potrebbe penalizzare maggiormente le zone più trafficate e i veicoli più inquinanti.

Ogni soluzione presenta dei pro e dei contro. L’implementazione di sistemi di “bonus-malus” come questi basati sulle emissioni di CO2, potrebbe orientare le scelte dei consumatori verso modelli elettrici o ibridi a basse emissioni ma la scelta del metodo migliore dipenderà da una serie di fattori, tra cui l’impatto ambientale desiderato, l’equità sociale e l’accettabilità politica.

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