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Microcar, incentivi in arrivo: tutti i dettagli

Le microcar elettriche occupano una posizione di primo piano nell’industria automobilistica attuale. Merito anche e soprattutto di Stellantis, produttrice di tre modelli di primaria importanza quali la Citroen Ami, la Opel Rocks-e e la Fiat Topolino. Senza sforzarsi troppo, il conglomerato italo-franco-americano ha sviluppato ben tre proposte sulla stessa base meccanica. Un modo di far entrare denaro fresco in bilancio, andando al risparmio.

Per guidarne una è sufficiente disporre della patente AM, ottenibile nella nostra penisola dai 14 anni in su. Sebbene esulino dalla concezione canonica, i minorenni, in possesso della suddetta licenza, possono mettersi al volante di una specie di auto. Ora, però, arriva un fatto piuttosto curioso, quasi paradossale. Una settimana fa si diceva addio agli incentivi per l’acquisto di mezzi di categoria L. Erogati i 40 milioni di euro previsti dal decreto (35 adibiti agli esemplari elettrici), lo Stato ha chiuso i rubinetti.

Fin qui tutto regolare, eccetto un “particolare”, finora ignorato. Restano, cioè, 5,6 milioni di euro rimanenti dallo stanziamento del 2022, previsto dal DL semplificazioni riservato all’acquisto di moto, ciclomotori e quadricicli. Questo importo non è mai stato devoluto alla popolazione, tuttavia resta inutilizzabile e sarà così fino a interventi del Governo.

Microcar: la situazione degli incentivi

In una nota ufficiale, l’ANCMA ( Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) esorta a gran voce Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, a scongelare i fondi. Il gruppo sottolinea come nei primi nove mesi dell’anno in corso il settore abbia consumato i 35 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2021 e dal DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) e del 6 aprile 2022. Ciò attesta, secondo lei, l’importanza di fare leva sugli incentivi, una misura indispensabile per lo sviluppo di un mercato dei mezzi a batteria lungo la nostra penisola.

Sbloccare le giacenze del 2022 assicurerebbe una copertura per gli ultimi mesi dell’anno. Inoltre, ANCMA chiede di stralciare il capitolo dei veicoli elettrici della categoria L, così da assicurare una gestione autonoma e tempi più rapidi di intervento.

A trainare la (maxi) categoria sono proprio le minicar a zero emissioni, le quali costituiscono il 50 per cento dei 35 milioni di euro messi sul tavolo. Stando all’ANCMA, certezza e continuità devono essere al centro di tutto. Altrimenti, le aziende del settore ne vengono danneggiare, poiché impossibilitati a programmare l’attività commerciale e obbligate a gestire flussi cassa animali, nonché a frenare la diffusione della mobilità ev.

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