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iPhone ha vinto!

Sono ormai 16 anni che viviamo nel mondo degli smartphone. In principio fu l’iPhone, con l’ormai mitica presentazione (ve la lasciamo a fine articolo) di Steve Jobs nel gennaio 2007: “Apple reinvents the phone“; ed era vero! Poi, dal 2009 a seguire, arrivò l’esercito dei concorrenti Android.

La forza del sistema operativo di Google, più che nella qualità, fu inizialmente nella quantità, offrendo agli utenti quella possibilità di scelta che Apple non dava. Scelta in termini di prezzo, scelta in termini di design, scelta in termini di funzionalità. E nel decennio successivo il mercato si è infiammato, con continue nuove soluzioni (alcune più estrose, altre meno), dovute al logico progresso della tecnica e alla grande concorrenza che c’era, sia intestina tra Android e Android, che tra Android ed iOS; la quale concorrenza non poteva che far bene al mercato stesso e, in ultima battuta, anche agli utenti.

I tempi sono però cambiati, maturati se volete, e con essi anche le abitudini dei consumatori, che ormai sono assuefatti al “modello smartphone” e non inseguono più le novità come un tempo (anche perché ce ne sono molte meno). Per questo, nell’anno che probabilmente segnerà il punto più basso degli ultimi 10 anni per le spedizioni di smartphone a livello globale, si vanno ormai delineando chiaramente i vincitori, e un nome emerge sempre più saldamente tra gli altri: quello di Apple, quello di iPhone.

Tutto è partito da iPhone, questo è innegabile, ma il vero boom del settore smartphone è altrettanto innegabilmente da attribuirsi ad Android, e ai tanti produttori che sono saliti sulla sua barca. È stato Android a mettere uno smartphone in mano a milioni, se non miliardi di utenti, per la prima volta. Vuoi per il prezzo più abbordabile, vuoi per la diffidenza iniziale verso una nuova tecnologia, vuoi per l’affezione a un brand piuttosto che a un altro. 

Galaxy S II iniziò a guidare la carica degli Android nel 2011. Quattro anni dopo il primo iPhone fu forse lui il primo concorrente a far sentire davvero il fiato sul collo ad Apple, a far intuire al pubblico che Android non era solo un’alternativa economica, ma anche di valore. Ma quello fu solo l’inizio.

Negli anni successivi Samsung, che da subito si delineò come l’azienda di punta del mondo Android, fu incalzata a più riprese da LG prima e da Huawei poi, per citare solo i due nomi più illustri, ma i concorrenti erano sempre più numerosi, soprattutto quelli provenienti dalla Cina.

Nel 2016 arrivò anche Google, con il primo Pixel, ma oltre a essere di 9 anni in ritardo rispetto ad Apple, Google lo era anche, per molti versi, nei confronti dei consanguinei Android, tanto che solo in tempi recenti gli smartphone Pixel hanno iniziato a fare un po’ breccia. Del resto Google non è mai stato un grande maestro di tempismo: basti pensare che il suo primo tablet è arrivato solo pochi mesi fa, per chiudere l’argomento.

Come tutte le cose che salgono però, arriva un momento in cui comincia anche la discesa. La pandemia di Covid-19 ha forse anestetizzato un po’ il tutto, perché le nostre abitudini sono cambiate repentinamente per cause di forza maggiore, ma i segnali di declino c’erano già tutti.

Per tutta una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo ripercorrere adesso, quelli che un tempo erano i concorrenti più agguerriti di Samsung adesso non ci sono più, tanto che l’azienda coreana combatte ormai da anni più contro sé stessa che altro (e questo non fa mai bene). Da Huawei a LG, passando per il trittico Vivo (già in uscita dall’Italia), Oppo e OnePlus (la cui uscita dall’Europa potrebbe essere solo una questione di tempo), fino al possibile addio di ASUS agli Zenfone; e non dimentichiamoci che è dal lontano 2018 che Sony è in attesa del prossimo paradigm shift, che ancora non c’è stato.

Xiaomi è forse l’unica eccezione a questo ribasso, infatti il terzo posto del podio sarà probabilmente suo, ma il produttore cinese non è (ancora) riuscito nel suo intento di essere la nuova Apple, ed è lecito chiedersi se mai ci riuscirà.

È insomma innegabile che il mercato non sia più quello vivace di un tempo, per tutte quelle ragioni che abbiamo detto di non voler ripercorrere ma che sono sotto gli occhi di chiunque, che spaziano dall’economia fino alla natura stessa dei prodotti in questione, che hanno ormai (da tempo) raggiunto il loro “plateau evolutivo”.

A fianco degli alti e bassi del mercato Android c’è però sempre stata una presenza costante: quella di iPhone. Dopo i fasti iniziali, gli smartphone della Mela sembravano accusare un po’ il peso della concorrenza Android, ma nonostante questo non hanno mai davvero perso un colpo, e anno dopo anno sono sempre stati lì, migliorandosi laddove potevano, fino a riprendersi una posizione di spicco in ambito fotografico, dopo averla un po’ persa negli anni di massimo splendore di Android.

Non solo, ma con il passare del tempo la line-up iPhone è diventata molto più completa ed eterogenea. Non solo adesso ci sono 4 nuovi modelli ogni anno, ma tra le serie XR prima ed SE poi si può anche parlare di “iPhone economici”, complice anche il progressivo rincaro dei top di gamma (e non solo) Android.

Ed è così che il mercato smartphone, un tempo terreno di battaglie campali (concedetemi un po’ d’iperbole – NdR), è ormai da tempo una torta i cui guadagni sono divisi in due, con Samsung e Apple a fare la parte dei leoni; e sia chiaro che non è una divisione paritaria. Questo ci riporterebbe tra l’altro a parlare del perché il mercato si sia così “impoverito” in termini di concorrenti: se le fetta se le spartiscono in pochi, perché un’azienda dovrebbe ostinarsi a investirci? Ma abbiamo già deciso di non partire per quella lunga tangente.

iPhone 14 Pro Max (il più caro di tutti!) è lo smartphone più spedito del 2023 finora, davanti ad iPhone 14 Pro, iPhone 14, ed iPhone 13. Il primo Galaxy dovrebbe essere A14, mentre il top di gamma S23 Ultra sarebbe solo in sesta posizione. Non è un caso che, se il trend continuerà, nel 2023 Apple potrebbe diventare il produttore di smartphone numero uno al mondo, per la prima volta. E se pensate che i modelli della Mela sono bene o male tutti high-end, capirete anche cosa significhi questo in termini di guadagni.

Del resto è ormai da qualche anno che il mercato in generale è in mano ai top di gamma, ed è anche naturale che sia così in un settore maturo come questo. Apple non hai mai deviato da questo paradigma, e il tempo la ha dato ragione. Rispetto a prima gli utenti cambiano molto meno frequentemente telefono, e quando lo fanno non si accontentano più del base gamma (laddove possibile, magari anche avvalendosi dei ricondizionati), ma vogliono qualcosa in grado di durare anni e che possa dargli tutto ciò che uno smartphone ha da offrire, con meno compromessi possibile.

Ovviamente tutte queste considerazioni non sono universali, e tra un mercato e l’altro possono esserci differenze anche molto marcate. Gli Stati Uniti, ad esempio, contribuiscono moltissimo al successo di iPhone, al punto che ormai per molti americani quello di Apple è LO smartphone. Fatto sta che a livello globale il quadro è questo.

Comunque vogliate vederla insomma, il primo posto appare oggettivamente e innegabilmente assegnato: lo è da tempo in termini di ricavi, e potrebbe diventarlo a breve anche in termini vendite. Cos’altro ci vuole per assegnare il primo premio?

P.S. Se foste curiosi, la simpatica immagine di copertina è stata realizzata con Leonardo.ai, uno strumento freemium molto potente ed efficace: vi spieghiamo qui come utilizzarlo per generare da soli le immagini che preferite.

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