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Formula 1

F1 | Verstappen al doppio e tutti gli altri a gestire: ma cosa stiamo guardando?

Sorvolerò in toto in questa sede sul convulso, comico e surreale finale di gara a Melbourne, per il quale rimando per relationem al pensiero del collega Peppe Marino.

Ma dietro la barzelletta della direzione gara questa Formula 1 nasconde due problemi ben più drammatici che inficiano profondamente l’appetibilità di uno sport in crisi di identità.

Del GP di Australia si parlerà probabilmente di più per le contraddizioni arbitrali e le strane scelte di esporre bandiera rossa appena possibile, ma ad allarmare gli appassionati dovrebbero essere anche due circostante sportivamente “inquietanti”.

La prima è stata vedere Verstappen sverniciare letteralmente al doppio della velocità, all’esterno, la Mercedes di Hamilton, per poi rifilargli tre secondi di distacco in un solo giro, involandosi indisturbato verso la trentasettesima vittoria della sua splendida carriera. L’olandese è un fuoriclasse, ma la superiorità della Red Bull è imbarazzante, disarmante, e rende ogni GP uno scontatissimo monologo.

Almeno, però, direte voi, dietro ai bibitari c’è lotta tra altre squadre vicine tra loro. Chi si accontenta gode dopotutto. Ma pur volendo valorizzare questo “contentino”, qual è il senso di una categoria che da metà gara, intorno al trentesimo giro su una sessantina, costringe i piloti ad entrare in modalità tranvieri tenendo un ritmo che non stressi le gomme (e in alcuni casi le fragili power unit)? Con la conseguenza, a conti fatti, di arrivare ad un congelamento delle posizioni in pista, con distacchi basculanti e mai però in discussione, con il risultato di avere prime parti di GP vivaci e poi una lenta processione, intervallata a Melbourne solo dalle scelti folle di un arbitro bislacco.

Ma noi che facciamo le levatacce per seguire la Formula 1, esattamente a cosa stiamo assistendo? Non solo ad un esito scontato – qualcuno ha per un attimo pensato che l’Aston di Alonso o la Mercedes altalenante di Hamilton avessero serie chance contro Verstappen? No – ma ad uno sport talmente schiavo dei suoi limiti (i costi, i pezzi, la meccanica, le gomme) da non permettere ai piloti nemmeno di andare al massimo in relazione all’auto che guidano.

C’è un dominatore che in pochi giri si sbarazza di impalpabili avversari e il resto dei piloti che pensa solo a tenersi stretta stretta la posizione guadagnata nei primi giri e portare la pagnotta a casa. Non c’è lotta per la vittoria e c’è sfida a sanguinanti colpi di gestione gomme e vomitevoli manettini suo volante per le posizioni di rincalzo. È davvero spettacolare questa F1 di Liberty Media.

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