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F1 | Sarà doppietta Red Bull anche in Australia?

È una Formula 1 che si specchia sempre più nel dominio Red Bull. Nelle prime due gare stagionali, andate in scena in Bahrain e in Arabia Saudita, non c’è stata trippa per gatti con i “bibitari” che hanno lanciato un chiaro segnale sulla forza della RB19 firmata ancora una volta da quel genio di Adrian Newey. Verstappen-Perez a Sakhir, Perez-Verstappen a Jeddah. Il passo falso, suo malgrado subito nel sabato saudita dove è stato costretto a scattare dalla piazzola numero quindici, non ha impedito all’olandese di rimontare fino alla piazza d’onore. Una rimonta, per come maturata, che tronca inevitabilmente i sogni di gloria dei rivali degli anglo-austriaci che non possono far altro che accontentarsi delle briciole. Ad oggi infatti è impensabile non intravedere una cavalcata “made in Milton Keynes” fino alla conclusione del campionato.

RED BULL SUPREMACY. Dall’Arabia Saudita all’Australia, dove il Circus torna in pista in questo fine settimana con il round dell’Albert Park di Melbourne. Un circuito completamente diverso rispetto ai precedenti, ma il finale potrebbe essere lo stesso. Tutto cambia perché nulla cambi. Sembra il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, invece è la Formula 1. Nessuno spoiler ma semplice verità, al netto delle dichiarazioni di Chris Horner che in stile Toto Wolff, come ai tempi del dominio Mercedes, auspica convinto il ritorno in alto della concorrenza. Che vedendo quanto emerso finora in pista difficilmente potrà concretizzarsi. Ma questo non deve assolutamente togliere i meriti alla Red Bull. Chi vince ha sempre ragione.

“SALVEZZA” ASTON. L’unico motivo di interesse, se così può essere definito, del weekend australiano potrebbe avere il colore verde e rispondere ai nomi di Aston Martin e Fernando Alonso. La sorpresa della stagione è la verdona di Silverstone, unica – se così si può dire – a reggere il passo di una Red Bull spaziale. Il samurai Alonso, che nella squadra di Lawrence Stroll pare vivere una seconda giovinezza, ha conquistato due podi in altrettante gare e l’entusiasmo in Aston Martin è alle stelle. Dopo i riscontri nei test e nelle prime due gare, il team inglese è atteso da un nuovo esame in terra australiana. Una squadra che grazie agli investimenti umani, uno su tutti Dan Fallows, e tecnologici può sognare in grande. Non nell’immediato, visto lo strapotere Red Bull, ma in ottica futura certamente. E questo è certamente un chiaro segnale che, se si hanno le giuste idee, è possibile fare importanti rimonte prestazionali con lo stesso regolamento.

FERRARI, MONDO ROVESCIATO DOPO UN ANNO. Dall’Aston alla Ferrari. Dalla sorpresa del 2023 alla nobile decaduta del 2023. Jeddah, un tracciato che doveva essere “amico” della Rossa, ha messo (nuovamente) a nudo le criticità della SF-23 che fatica letteralmente sul ritmo gara mostrandosi lenta. Un anno fa la gara di Melbourne segnava la cavalcata trionfale di Charles Leclerc, forse la gara più dominante della Rossa nel 2022, che nella terra dei canguri aveva lanciato bagliori iridati alla guida della F1-75. Guardandola con gli occhi del futuro è stata un’illusione, vista l’evoluzione avuta da Maranello nei mesi successivi  che ha portato l’ennesima partenza da zero con i vari cambiamenti che hanno contraddistinto la Gestione Sportiva ora capitanata da Frederic Vasseur. Cosa attendersi dal GP d’Australia? Probabile che il calvario che abbia afflitto la SF-23 in Bahrain e Arabia Saudita continui anche a Melbourne. Ma come sempre sarà la pista ad emettere l’ultima parola.

UNA F1 SEMPRE PIÚ VOTATA ALLO SHOW ARTEFATTO. Dalla pista all’extra pista, si fa per dire. Stanno facendo il giro del mondo le dichiarazioni di Stefano Domenicali, pronunciate ieri a Portimão dove si è aperta la nuova stagione della MotoGP nel segno della Ducati e di Pecco Bagnaia (almeno una Rossa dà certezze per il futuro, sigh!), sulla possibilità di ridurre le prove libere dai weekend di gara di Formula 1. Il Circus sta diventando sempre meno uno sport reale e sempre più uno virtuale di una competizione che, lato sportivo (a livello economico e di crescita del brand nulla da dire), è sempre più in una lenta agonia. Chi è causa dei propri mali pianga se stesso. Le “vittime” sono tifosi e appassionati vecchio stampo che assistono ad uno spettacolo, quello in pista non lo show che fa da contorno all’evento, sempre meno entusiasmante. Eppure Domenicali, da uomo di corse, dovrebbe conoscere molto bene l’importanza di preservare prove libere e soprattutto test. Citando il film di Benigni e Troisi verrebbe da dire… non ci resta che piangere.

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